Intervista a Monica Consonni

Max B. e le sue interviste esclusive

Eccoci con una colonna di FBC, una banca dati umana che ha memorizzato nomi e caratteristiche di centinaia se non migliaia di camperini. Una nostra istituzione che riesce a riconoscere i giovani che anno dopo anno diventano grandi anche giocando a Basket. Lei è la super Monica Consonni: leggera come una piuma con chi lo merita ed abbastanza schiacciasassi con i furbetti … ma poi dopo una stirata tornano tutti angioletti!

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Massimo scrittore FBC

Monica, è più difficile allenare i microbi, le ragazze oppure una squadra senior maschile?

Considerando le ultime annate, che mi hanno vista head coach e vice di tutte queste squadre (promozione maschile, U19 maschile, U13 femminile e maschile e minibasket), posso solo affermare che ogni gruppo ha le proprie criticità e bisogna solo avere pazienza e lavorare sodo.

MONICA CONSONNI intervista

Quanto ci metti a capire se un atleta di basket diventerà prevalentemente un uomo/donna di squadra oppure un solitario e quale trucco usi per farglielo capire?

I “generosi” li riconosci quasi a colpo d’occhio… Ovviamente in collaborazione con altri giocatori e a rotazione assegno compiti per trascinare il team.

Quale è stato, a parte Rudy e Massimino, il coach di Folgaria che ti ha trasmesso meglio la sua passione per il nostro sport ed ha capito la tua?

Non voglio offendere nessuno ma nel cuore c’è Naoufal. Preparato, esigente, disponibile ed amico. Grandissimo trascinatore e carismatico, ricordo quando fece ballare un ballo di coppia a 250 camperini per spiegare la difesa. Di certo non posso evitare di nominare altri big affezionati al nostro magico Camp: Andrea Diana, Dan Peterson, Alberto Seravalli (che da camperino a istruttore è passato a super coach), Giovanni Sferruzza e Francesco Vitucci. Mi piacerebbe che Lara Pozzato avesse la possibilità di essere la prima donna a Folgaria a rappresentare questo ruolo, lo merita.

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Come fai ad avere l’attenzione in allenamento da una banda di camperini festosi e rumorosi; sei sicura di non aver mai mangiato o almeno assaggiato un camperino ribelle?

Il segreto sta nell’affascinarli con le proposte e non tenerli mai fermi. Non devono annoiarsi.

Lo spirito di uno sport di squadra come il basket e la forza di un gruppo che gioca insieme: è più difficile inventare esercizi sempre nuovi oppure entrare nella testa di tutti gli atleti?

Entrare nella testa di tutti gli atleti, cosa sempre più difficile ai giorni nostri.

Metti in ordine i fondamentali che è più bello vedere applicati da una squadra under.

Difesa – significa che la squadra ha cuore. Passaggio – la collaborazione è difficile da far entrare nella testa dei ragazzini. Palleggio – con un buon controllo palla vai in paradiso. Tiro – tutto ciò che ho nominato prima ti porta a un tiro semplice che quasi sicuramente realizzerai.

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Dicci un pregio dell’allenatore più bravo che hai avuto da ragazza ed un suo difetto che hai sempre cercato di evitare tu.

Nel cuore ho due allenatori: fino all’U15 uno molto tecnico, che aveva un po’ di preferenze (per fortuna ero tra quelle), quindi pregio insegnare bene i fondamentali e difetto le preferenze (che ritengo comunque essere umane); dai 15 in avanti in serie B ho avuto un allenatore che era una molla, finiva le partite più sudato lui di noi. Pregio tantissima energia, difetto non ci ha più tenute dopo 4 anni.

Ecco che hai una bacchetta magica con tre desideri (si parla di pallacanestro, non fare la furba) che puoi realizzare nei prossimi 10 anni: dicci tutto.

Costruire una palestra tutta mia e far giocare più ragazzini possibile; vedere qualche mio giocatore avere una carriera nel basket; fare un viaggio in America e veder giocare dal vivo tutte le squadre NBA. Forse ho fatto la furba…

Hai giocato ed hai allenato categorie di livello: dicci un tuo ricordo che ti sogni ancora qualche volta andando a dormire… però dicci prima il drink o brindisi che preferisci tra amici.

Ok, sono collegati… Spritz Aperol! Ne ho bevuti 2 prima di una partita (me lo sono permessa per due motivi: ero a fine carriera e mi allenava Berri) dopo aver messo 4 triple l’allenatore avversario decise di fare box and one su di me e Berri gli gridò che avevo 43 anni.

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